Primo soccorso a scuola. È stato presentato dal Ministero della Salute e dal Miur un progetto didattico sulle tecniche di primo soccorso e sulle misure utili in caso di pericolo o di emergenza. Progetto formativo, previsto dall’articolo 1 comma 10 del Disegno di legge 107 del 2015 su La Buona Scuola, realizzato dai Ministeri in collaborazione con la Società italiana sistema 118 (SIS 118).
L’iniziativa coinvolgerà tredici province e in ognuna di queste verranno scelte quattordici classi, dall’infanzia alle secondarie di secondo grado. Le province sono: Trieste, Padova, Sondrio, Savona, Macerata, Perugia, Pistoia, Latina, Campobasso, Salerno, Taranto, Vibo Valentia, Sassari. 4.500 gli studenti coinvolti.
Il progetto didattico terminerà a marzo 2018. Dall’anno scolastico 2018/2019 dovrebbe essere implementato in tutte le scuole italiane.
Imparare a riconoscere le situazioni di pericolo e le circostanze che richiedono l’intervento di un adulto o dell’ambulanza, apprendere il funzionamento e l’utilizzo di un defibrillatore e imparare manovre di primo soccorso come il massaggio cardiaco, la disostruzione delle vie aeree e di primo soccorso nel trauma. Sono le principali nozioni che alunne e alunni, studentesse e studenti delle scuole italiane, dall’infanzia alla secondaria di II grado, acquisiranno partecipando al percorso formativo “Primo soccorso a scuola”, realizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero della Salute, in collaborazione con il SIS 118 (Società italiana sistema 118). Il progetto, che attua il comma 10 dell’articolo 1della legge 107 del 2015, la “Buona Scuola”, partirà in via sperimentale il prossimo febbraio.
Il progetto è stato presentato oggi al Miur dalla Ministra Valeria Fedeli, insieme a Mario Balzanelli, presidente della SIS 118 (Società italiana sistema 118), Francesco Fedele, presidente della Federazione italiana di cardiologia, Paolo Sciascia, dirigente dell’Ufficio III della direzione generale per lo studente del Miur, Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute. A moderare l’evento, il giornalista Rai e conduttore di Unomattina, Franco Di Mare. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, non potendo essere presente ha inviato un messaggio.
Il progetto “Primo soccorso a scuola” coinvolgerà le scuole di tredici province: Trieste, Padova, Sondrio, Savona, Macerata, Perugia, Pistoia, Latina, Campobasso, Salerno, Taranto, Vibo Valentia, Sassari. Per ciascuna provincia saranno selezionate 14 classi (1 classe della scuola dell’infanzia; 1 classe seconda e 2 classi quinte della scuola primaria; 2 classi prime e 2 classi seconde della scuola secondaria di primo grado; 2 classi seconde, 2 classi quarte e 2 classi quinte della scuola secondaria di secondo grado), per un totale di circa 4.500 studentesse e studenti, che saranno coinvolti in due mesi di corsi teorici e pratici. Gli operatori del 118, delle società scientifiche e del volontariato realizzeranno i percorsi formativi nelle scuole insieme alle e agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che potranno trovare tutte le informazioni utili, i materiali didattici, la presentazione della sperimentazione e uno spazio dedicato alle varie esperienze formative in un portale dedicato che presentato nel corso della conferenza stampa. Il portale andrà on line a gennaio. Una cabina di regia nazionale sarà costituita con il compito di supervisionare e curare i materiali che saranno inseriti nel portale, per la compilazione dei quali saranno consultati esperti delle società scientifiche, del volontariato e dell’editoria di settore. Al termine della sperimentazione, prevista per la metà del mese di marzo 2018, e dopo la presentazione dei report territoriali ai componenti della cabina di regia, verrà definito il programma formativo per l’avvio del progetto nell’anno scolastico 2018/2019.
“La conoscenza delle tecniche di Primo Soccorso può salvare innumerevoli vite. Portare questa conoscenza all’interno degli istituti scolastici significa sviluppare tra i giovani una cultura del primo soccorso per renderli consapevoli che le proprie capacità ed i propri comportamenti possono fare la differenza. In tal modo sarà possibile incrementare sensibilmente la cultura della sicurezza e l’efficacia degli interventi in emergenza: rappresenta una maniera concreta affinché il rischio che si verifichino eventi drammatici, facilmente evitabili, si riduca drasticamente”.
Brian Goldman un medico rivisitato.
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Bando Inail ISI 2017 “Finanziamento del 65% a fondo perduto per le imprese”
È stata pubblicata da Inail la nuova edizione del bando per finanziamenti a fondo perduto alle imprese per progetti che riguardano la salute e la sicurezza sul lavoro. 249.406.358 euro, cinque assi di finanziamento.
Assi e progetti
Due gli obiettivi del bando: miglioramento della condizione di salute e sicurezza dei lavoratori; nuovi macchinari, riduzione rumore ed emissioni, salute sicurezza sostenibilità micro e piccole imprese agricole.
Cinque gli assi di finanziamento:
Possono partecipare al bando imprese anche individuali e per quanto riguarda l’asse 2 anche Enti del terzo settore: “ai sensi del d.lgs. n.117/2017, in possesso dei requisiti di cui al successivo articolo 7 e iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore ai sensi del d.lgs. n.117/2017: organizzazioni di volontariato (ODV); associazioni di promozioni sociali (APS); enti del terzo settore di natura non commerciale già Onlus; cooperative sociali e consorzi costituiti interamente da cooperative sociali; imprese sociali di cui al d.lgs. n.112/2017”.
Gli importi disponibili per ogni asse sono evidenziati in tutti gli avvisi regionali, che riportano in dettaglio tutte le spese ammesse al finanziamento scadenze e procedure.
Scadenze
il bando assegna risorse a fondo perduto e fino a esaurimento disponibilità. Per quanto riguarda la candidatura: la compilazione della domanda sarà aperta dal 19 aprile 2018 e scadrà alle ore 18.00 del 31 maggio 2018.
Dal 7 giugno download del codice identificativo e ancora il 7 giugno verranno pubblicate le date per l’invio definitivo. Con l’ipotesi di variazioni “per ambiti territoriali o assi di finanziamento, in base al numero di domande pervenute e alla loro distribuzione”.
Per tutte le imprese interessate non esitate a contattarci.
Bando Isi Inail 2017 “finanziamenti a fondo perduto alle imprese”
È stata pubblicata da Inail la nuova edizione del bando per finanziamenti a fondo perduto alle imprese per progetti che riguardano la salute e la sicurezza sul lavoro. 249.406.358 euro, cinque assi di finanziamento.
Assi e progetti
Due gli obiettivi del bando: miglioramento della condizione di salute e sicurezza dei lavoratori; nuovi macchinari, riduzione rumore ed emissioni, salute sicurezza sostenibilità micro e piccole imprese agricole.
Cinque gli assi di finanziamento:
Possono partecipare al bando imprese anche individuali e per quanto riguarda l’asse 2 anche Enti del terzo settore: “ai sensi del d.lgs. n.117/2017, in possesso dei requisiti di cui al successivo articolo 7 e iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore ai sensi del d.lgs. n.117/2017: organizzazioni di volontariato (ODV); associazioni di promozioni sociali (APS); enti del terzo settore di natura non commerciale già Onlus; cooperative sociali e consorzi costituiti interamente da cooperative sociali; imprese sociali di cui al d.lgs. n.112/2017”.
Gli importi disponibili per ogni asse sono evidenziati in tutti gli avvisi regionali, che riportano in dettaglio tutte le spese ammesse al finanziamento scadenze e procedure.
Scadenze
il bando assegna risorse a fondo perduto e fino a esaurimento disponibilità. Per quanto riguarda la candidatura: la compilazione della domanda sarà aperta dal 19 aprile 2018 e scadrà alle ore 18.00 del 31 maggio 2018.
Dal 7 giugno download del codice identificativo e ancora il 7 giugno verranno pubblicate le date per l’invio definitivo. Con l’ipotesi di variazioni “per ambiti territoriali o assi di finanziamento, in base al numero di domande pervenute e alla loro distribuzione”.
Per tutte le imprese interessate non esitate a contattarci.
Sostanze chimiche allergizzanti
Rispetto al passato, sempre più persone soffrono di allergie. A causarle sono sostanze chimiche artificiali, ma anche allergeni di origine naturale quali polline, piante e alimenti.
Con l’industrializzazione, si è registrato un aumento significativo della prevalenza di malattie allergiche, quali asma e dermatite da contatto. Le ragioni sono molteplici e una probabile causa è la nostra maggiore esposizione a molte più sostanze chimiche rispetto al passato.
Le reazioni allergiche variano da eventi relativamente minori, quali prurito e arrossamento della pelle, a eventi gravi come reazioni anafilattiche pericolose per la vita, a seconda della potenza dell’allergene. Tuttavia, non tutti gli esseri umani reagiscono allo stesso modo a uno specifico allergene, ovvero la sostanza che causa l’allergia. Pertanto, è importante imparare a conoscere le reazioni del proprio organismo e gestire il proprio ambiente al meglio.
Cosa sta facendo l’UE?
L’UE cerca di identificare i sensibilizzanti sulla scorta dei dati raccolti dal settore relativi alle sostanze presenti sul mercato. Questi dati, unitamente alle informazioni provenienti da svariate altre fonti, vengono sottoposti a vaglio e, nel caso venga identificata una nuova sostanza potenzialmente preoccupante, possono essere attuate misure idonee per la gestione dei rischi.
Per esempio, nei casi in cui determinate sostanze siano note causare allergie, l’UE può limitarne l’uso al fine di proteggere i consumatori e i lavoratori.
Un esempio è il cromo, utilizzato per molti anni nei prodotti di pelletteria quali scarpe, guanti e borse. Conferisce alla pelle una maggiore flessibilità. Tuttavia, il cromo può migrare dalla pelle sulla cute di una persona fino a penetrarvi, il che provoca una reazione allergica in alcuni soggetti.
Si è stimato che, da quando l’uso del cromo è stato limitato, sono stati evitati 11 000 nuovi casi di allergia ogni anno.
Un altro esempio è il nichel, che continua a essere la causa principale di allergie cutanee in Europa. L’uso del nichel è stato limitato nei prodotti a contatto prolungato con la cute, quali orecchini, collane, orologi da polso e cerniere negli indumenti.
In caso di vendita di prodotti contenenti isocianato, come alcune schiume e rivestimenti, i venditori al dettaglio sono tenuti ad avvertire i consumatori, tenendo in considerazione specialmente i soggetti già affetti da asma e problemi cutanei, informandoli della necessità di indossare adeguati indumenti protettivi quali guanti e protezione respiratoria.
Le allergie tendono a colpire la parte del corpo che entra in contatto con l’allergene.
Tra le sostanze chimiche allergizzanti più comuni ci sono:
Svariati sensibilizzanti delle vie respiratorie sono stati identificati come sostanze estremamente preoccupanti. Questo è un primo passo verso la sostituzione della sostanza chimica con una meno pericolosa. Una volta inclusa una sostanza chimica nell’elenco delle sostanze soggette ad autorizzazione ai sensi del regolamento REACH, solo le aziende che presentano domanda, e alle quali viene concessa un’autorizzazione, possono utilizzarla all’interno dell’UE.
Cosa fare
Se si manifesta una reazione allergica e si ritiene possa essere causata da una sostanza chimica, consultare il proprio medico e tentare di identificare la causa della reazione. Per esempio, in caso di sospetta allergia a una sostanza chimica contenuta in un detersivo, potrebbe essere utile portare l’etichetta recante gli ingredienti all’appuntamento con il medico.
Gestione della sicurezza sul lavoro, in vigore la UNI ISO 45001:2018.
Pubblicata in italiano la UNI ISO 45001:2018 che specifica i requisiti per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro. C’è tempo fino a marzo 2021 per adeguarsi.
La norma, in vigore dal 12 marzo 2018, contribuirà a modernizzare uno standard datato: adotta e traduce in italiano la norma internazionale ISO 45001, la prima norma ISO implementabile e certificabile sui sistemi di gestione per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Obiettivo
Lo scopo è di consentire alle organizzazioni di predisporre luoghi di lavoro sicuri e salubri, prevenendo lesioni e malattie correlate al lavoro, nonché di migliorare le proprie prestazioni relative alla sicurezza sul lavoro.
Applicabilità
La norma internazionale è applicabile a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dalle dimensioni, tipo e attività, che vuole realizzare e mantenere un sistema di gestione al fine di:
Contenuti
La norma UNI ISO 45001 è una norma internazionale che specifica i requisiti per un sistema di gestione per migliorare la salute e sicurezza sul lavoro (SSL).
La norma facilita, in pratica, le organizzazioni nel raggiungimento dei risultati attesi dal sistema di gestione per la sicurezza sul lavoro, ovvero:
La norma include anche una guida per il suo utilizzo e l’appendice nazionale NA che specifica le chiavi di lettura dei requisiti della norma in applicazione della legislazione nazionale vigente.
Indice della UNI ISO 45001
Riportiamo di seguito la struttura della norma UNI ISO 45001:
Inoltre:
La norma sostituisce la OHSAS 18001:2007, ritirata contestualmente alla pubblicazione della ISO.
Le organizzazioni già certificate per OHSAS 18001 avranno 3 anni di tempo per conformarsi alla nuova norma ISO 45001: fino a marzo 2021.
Per maggiori informazioni non esitate a contattarci.
La Sicurezza negli Spazi Confinati o con sospetto inquinamento: ecco cosa c’è da sapere
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 14/09/11“Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti, a norma dell’articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”, entrato in vigore il 23/11/11, norma la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi e le procedure generali di sicurezza da applicare nei lavori in spazi confinati e/o negli ambienti con sospetto inquinamento.
Il Decreto, assieme alla Guida Operativa sull’art. 66 del D.Lgs. 81/08 dell’ex ISPESL, ha la chiara finalità di arginare le drammatiche morti sul lavoro causate da accessi “insicuri” in spazi confinati.
PRINCIPALI OBBLIGHI PREVISTI DAL D.P.R. 177/11 PER LE ATTIVITA’ IN AMBIENTI CONFINATI O SOSPETTI DI INQUINAMENTO
Ricordiamo i principali obblighi previsti dal D.P.R. n. 177/11:
– obbligo per le imprese e i lavoratori autonomi che effettuano lavori in ambienti confinati, in aggiunta ai già previsti obblighi del D.Lgs. 81/08, di effettuare specifica informazione, formazione e addestramento a tutti i lavoratori (compreso il datore di lavoro, qualora impegnato nei lavori) – con verifica di apprendimento e di aggiornamento periodico;
– obbligo per le imprese impegnate in lavori in ambienti confinati di dotarsi di idonei D.P.I. e attrezzature di sicurezza (ad esempio autorespiratori, sistemi di recupero e soccorso, rivelatori di gas infiammabili e/o tossici e/o di ossigeno) necessari per garantire la sicurezza nei lavori in spazi confinati;
– obbligo per le imprese che eseguono lavori in ambienti confinati di disporre di “personale esperto” in numero non inferiore al 30% (si intende “persona esperta” un lavoratore che abbia maturato almeno tre anni di esperienza nei lavori in “ambienti confinati“);
– obbligo per il committente di informare, prima dell’accesso nello spazio confinato, tutti i lavoratori impegnati in merito a tutti i rischi presenti nell’area di lavoro, con un incontro di durata non inferiore ad un giorno;
– obbligo per il Datore di Lavoro Committente di individuare un proprio Rappresentante, in possesso di adeguata esperienza e competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che vigili in funzione di indirizzo e coordinamento delle attività svolte all’ interno di spazi confinati da parte dei lavoratori delle imprese in appalto.
COME IDENTIFICARE, CLASSIFICARE E VALUTARE IL RISCHIO IN SPAZI CONFINATI?
Si rende disponibile un documento contenente un metodo semplificato per la classificazione di uno spazio confinato, basato sul documento NIOSH 80-106.
Modulo di valutazione spazio confinato
De Simone Consulting s.r.l.s. organizza organizza un corso che prevede una prova pratica di attività in spazi confinati in una Training Room specificatamente attrezzata, con simulazione del recupero dei lavoratori infortunati e di misurazione di inquinanti con specifico strumento.
Per maggiori informazioni non esitate a contattarci.
De Simone Consulting cambia “look”
Dopo 10 anni di attività, abbiamo deciso di dare un’immagine diversa alla nostra realtà.
Il nuovo logo prova a racchiudere quella che è la nostra filosofia imprenditoriale: l’uomo al centro di ogni attività formativa.
Informazione, Formazione, Addestramento: 3 parole per raggiungere un obiettivo… SICUREZZA
Bando Isi Inail 2017 “finanziamenti a fondo perduto alle imprese”
È stata pubblicata da Inail la nuova edizione del bando per finanziamenti a fondo perduto alle imprese per progetti che riguardano la salute e la sicurezza sul lavoro. 249.406.358 euro, cinque assi di finanziamento.
Assi e progetti
Due gli obiettivi del bando: miglioramento della condizione di salute e sicurezza dei lavoratori; nuovi macchinari, riduzione rumore ed emissioni, salute sicurezza sostenibilità micro e piccole imprese agricole.
Cinque gli assi di finanziamento:
Possono partecipare al bando imprese anche individuali e per quanto riguarda l’asse 2 anche Enti del terzo settore: “ai sensi del d.lgs. n.117/2017, in possesso dei requisiti di cui al successivo articolo 7 e iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore ai sensi del d.lgs. n.117/2017: organizzazioni di volontariato (ODV); associazioni di promozioni sociali (APS); enti del terzo settore di natura non commerciale già Onlus; cooperative sociali e consorzi costituiti interamente da cooperative sociali; imprese sociali di cui al d.lgs. n.112/2017”.
Gli importi disponibili per ogni asse sono evidenziati in tutti gli avvisi regionali, che riportano in dettaglio tutte le spese ammesse al finanziamento scadenze e procedure.
Scadenze
il bando assegna risorse a fondo perduto e fino a esaurimento disponibilità. Per quanto riguarda la candidatura: la compilazione della domanda sarà aperta dal 19 aprile 2018 e scadrà alle ore 18.00 del 31 maggio 2018.
Dal 7 giugno download del codice identificativo e ancora il 7 giugno verranno pubblicate le date per l’invio definitivo. Con l’ipotesi di variazioni “per ambiti territoriali o assi di finanziamento, in base al numero di domande pervenute e alla loro distribuzione”.
Per tutte le imprese interessate non esitate a contattarci.
Lavori in quota: Legge della Regione Campania n. 31 del 20 novembre 2017
Il 21 novembre 2017 è entrata in vigore la Legge della Regione Campania n. 31 del 20 novembre 2017 recante “Disposizioni in materia di prevenzione e protezione dei rischi di cadute dall’alto nelle attività in quota su edifici.Modifiche alla legge regionale n.3 del 27 febbraio 2007 (Disciplina dei lavori pubblici, dei servizi e delle forniture in Campania)”.
Tale legge aggiunge l’art 53 bis “Tipologie di interventi e misure di prevenzione e protezione”:
1. Al fine di prevenire i rischi di infortunio a seguito di caduta dall’alto i progetti relativi ad interventi edilizi soggetti a permesso di costruire o a segnalazione certificata di inizio attività, di seguito denominata SCIA, riguardanti le coperture piane e inclinate di edifici nuovi o esistenti:
a) devono contenere l’applicazione di misure di prevenzione e protezione, quali ad esempio sistemi di ancoraggio permanenti, che consentono lo svolgimento di attività in quota, il transito e l’accesso in condizioni di sicurezza;
b) sono integrati da un elaborato tecnico della copertura che, con riferimento alle misure di prevenzione e protezione di cui alla lettera a), contiene le indicazioni progettuali, le prescrizioni tecniche, le certificazioni di conformità e quant’altro necessario ai fini della prevenzione e protezione dei rischi di caduta dall’alto.
2. L’elaborato tecnico della copertura integra il fascicolo di cui all’articolo 91, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro) se è prevista la redazione di tale fascicolo, altrimenti costituisce documento autonomo da allegare alla richiesta del titolo abilitativo. L’elaborato tecnico deve essere aggiornato nel caso di interventi che determinano modifiche strutturali dell’edificio o della semplice manutenzione della copertura.
3. L’elaborato tecnico della copertura è custodito dal proprietario o amministratore del condominio ed è messo a disposizione di coloro che successivamente alla realizzazione degli interventi di cui al comma 1 svolgono attività in quota sulle coperture o sulle facciate.
4. Le richieste di interventi edilizi soggetti a permesso di costruire o a SCIA che prevedono un rischio di lavoro in quota di altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano stabile, sono corredate anche dai documenti attestanti che i soggetti addetti ad operare in quota hanno ricevuto una formazione e un addestramento adeguati alla tipologia di attività.
5. La Giunta regionale, con proprio regolamento, individua le prescrizioni tecniche in relazione alle misure di prevenzione e protezione di cui al comma 1, lettera a) e specifica la documentazione di cui al comma 1, lettera b) nonché le modalità di presentazione della stessa.
6. La Giunta regionale disciplina, altresì, con uno o più regolamenti, le modalità e le prescrizioni per lo svolgimento delle attività incluse nell’ambito di applicazione, al fine di prevenire i rischi di infortunio a seguito di caduta dall’alto nelle attività in quota.”.
Primo soccorso a scuola, al via il progetto didattico Miur e Salute.
Primo soccorso a scuola. È stato presentato dal Ministero della Salute e dal Miur un progetto didattico sulle tecniche di primo soccorso e sulle misure utili in caso di pericolo o di emergenza. Progetto formativo, previsto dall’articolo 1 comma 10 del Disegno di legge 107 del 2015 su La Buona Scuola, realizzato dai Ministeri in collaborazione con la Società italiana sistema 118 (SIS 118).
L’iniziativa coinvolgerà tredici province e in ognuna di queste verranno scelte quattordici classi, dall’infanzia alle secondarie di secondo grado. Le province sono: Trieste, Padova, Sondrio, Savona, Macerata, Perugia, Pistoia, Latina, Campobasso, Salerno, Taranto, Vibo Valentia, Sassari. 4.500 gli studenti coinvolti.
Il progetto didattico terminerà a marzo 2018. Dall’anno scolastico 2018/2019 dovrebbe essere implementato in tutte le scuole italiane.
Imparare a riconoscere le situazioni di pericolo e le circostanze che richiedono l’intervento di un adulto o dell’ambulanza, apprendere il funzionamento e l’utilizzo di un defibrillatore e imparare manovre di primo soccorso come il massaggio cardiaco, la disostruzione delle vie aeree e di primo soccorso nel trauma. Sono le principali nozioni che alunne e alunni, studentesse e studenti delle scuole italiane, dall’infanzia alla secondaria di II grado, acquisiranno partecipando al percorso formativo “Primo soccorso a scuola”, realizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero della Salute, in collaborazione con il SIS 118 (Società italiana sistema 118). Il progetto, che attua il comma 10 dell’articolo 1della legge 107 del 2015, la “Buona Scuola”, partirà in via sperimentale il prossimo febbraio.
Il progetto è stato presentato oggi al Miur dalla Ministra Valeria Fedeli, insieme a Mario Balzanelli, presidente della SIS 118 (Società italiana sistema 118), Francesco Fedele, presidente della Federazione italiana di cardiologia, Paolo Sciascia, dirigente dell’Ufficio III della direzione generale per lo studente del Miur, Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute. A moderare l’evento, il giornalista Rai e conduttore di Unomattina, Franco Di Mare. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, non potendo essere presente ha inviato un messaggio.
Il progetto “Primo soccorso a scuola” coinvolgerà le scuole di tredici province: Trieste, Padova, Sondrio, Savona, Macerata, Perugia, Pistoia, Latina, Campobasso, Salerno, Taranto, Vibo Valentia, Sassari. Per ciascuna provincia saranno selezionate 14 classi (1 classe della scuola dell’infanzia; 1 classe seconda e 2 classi quinte della scuola primaria; 2 classi prime e 2 classi seconde della scuola secondaria di primo grado; 2 classi seconde, 2 classi quarte e 2 classi quinte della scuola secondaria di secondo grado), per un totale di circa 4.500 studentesse e studenti, che saranno coinvolti in due mesi di corsi teorici e pratici. Gli operatori del 118, delle società scientifiche e del volontariato realizzeranno i percorsi formativi nelle scuole insieme alle e agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che potranno trovare tutte le informazioni utili, i materiali didattici, la presentazione della sperimentazione e uno spazio dedicato alle varie esperienze formative in un portale dedicato che presentato nel corso della conferenza stampa. Il portale andrà on line a gennaio. Una cabina di regia nazionale sarà costituita con il compito di supervisionare e curare i materiali che saranno inseriti nel portale, per la compilazione dei quali saranno consultati esperti delle società scientifiche, del volontariato e dell’editoria di settore. Al termine della sperimentazione, prevista per la metà del mese di marzo 2018, e dopo la presentazione dei report territoriali ai componenti della cabina di regia, verrà definito il programma formativo per l’avvio del progetto nell’anno scolastico 2018/2019.
“La conoscenza delle tecniche di Primo Soccorso può salvare innumerevoli vite. Portare questa conoscenza all’interno degli istituti scolastici significa sviluppare tra i giovani una cultura del primo soccorso per renderli consapevoli che le proprie capacità ed i propri comportamenti possono fare la differenza. In tal modo sarà possibile incrementare sensibilmente la cultura della sicurezza e l’efficacia degli interventi in emergenza: rappresenta una maniera concreta affinché il rischio che si verifichino eventi drammatici, facilmente evitabili, si riduca drasticamente”.